Pinsa romana come opportunità per i buyer: 4 buoni motivi

La pinsa romana è un’opportunità da cogliere per la GDO, nonché un investimento dal ritorno molto interessante. Lo dicono le nuove tendenze alimentari degli italiani, il focus sempre maggiore sulla sostenibilità e la lotta agli sprechi, la crescita del mercato e un incremento delle vendite che non va a discapito dei prodotti analoghi, ma si somma ad essi. Vediamo ora tutti questi elementi in dettaglio.

La Pinsa romana intercetta il bisogno di alimentazione sana

Secondo lo studio dell'Osservatorio Nestlé del 2023, le abitudini alimentari degli italiani sono contraddistinte da un crescente interesse per il benessere
Questo trend, che si è consolidato negli ultimi anni ed è stato amplificato dalla pandemia, continua a indirizzare le scelte alimentari degli italiani e a condizionare il carrello della spesa. Le persone, in altri termini, apprezzano sempre di più un’offerta orientata all’alimentazione salutare e al benessere. 
Tra le altre tendenze, segnaliamo: 
  • La diminuzione del consumo di superalcolici, salumi, dolci, pesce, formaggi e carne;
  • L’incremento di conoscenza in ambito di educazione alimentare. Il 71% degli italiani la ritiene almeno “sufficiente”; 
  • Il 49% degli italiani dichiara di seguire un'alimentazione sana ed equilibrata per controllare il proprio peso, confermando l'attenzione crescente delle persone nei confronti del benessere. 
Nell’ormai lontano 2001, abbiamo inventato la pinsa romana scommettendo sul fatto che le esigenze di alimentazione sana, leggera e gustosa, all’epoca appena abbozzate, sarebbero diventate centrali con il progressivo aumento di consapevolezza. 
Ma ogni evoluzione richiede tempo. Per molti anni, infatti, la pinsa romana è stata considerata la sorella minore della pizza ed era disponibile in una manciata di locali in tutta Italia. Il ristorante, o meglio la pizzeria/pinseria, era l’unico modo per assaggiarne una. 
Oggi i tempi sono cambiati, e la cultura dell’alimentazione ha fatto breccia nei consumatori, che non solo leggono le etichette, ma conoscono le caratteristiche nutrizionali e sanno orientarsi verso una dieta che ne preservi la salute. La nostra idea di pinsa romana è stata proprio questa: non un prodotto che si possa o debba consumare a pranzo e cena ogni giorno, ma un alimento gustoso, nutriente e, rispetto a un concorrente “storico” come la pizza, più leggero e facilmente digeribile. 

60 giorni di shelf life e la nuova variante surgelata contro gli sprechi

La pinsa romana è una vera e propria cura contro gli sprechi, sia per l’operatore che per il consumatore finale. 
La pinsa Di Marco possiede una dote interessante: racchiude tutte le caratteristiche di artigianalità, freschezza, leggerezza, lievitazione naturale e gusto che le persone amano, ma ha anche una vita commerciale decisamente interessante. Sia nella versione tradizionale, proposta nel banco frigo, che nella versione ambient, la shelf life è di ben 60 giorni. 
Questo aspetto presenta vantaggi per entrambe le parti, ma in particolare per gli operatori porta a: 
  • Riduzione degli sprechi;
  • Semplificazione nella gestione delle scorte;
  • Migliore gestione delle promozioni;
  • Riduzione dei costi di gestione.
Per i consumatori, la lunga conservazione significa non essere obbligati a consumare il prodotto in fretta o a sprecare cibo. Invece, possono godersi la pinsa Di Marco con tutta calma, senza preoccuparsi di scadenze imminenti. 
Le novità non finiscono qui. Di Marco ha appena introdotto anche nel mondo consumer la versione frozen, surgelata, che a lungo è stata un’esclusiva del segmento horeca. In questo modo, tendiamo a intercettare ulteriori esigenze di consumo, e in particolare quelle della praticità e della scorta che, per definizione, reviene lo spreco alimentare.

Un mercato in espansione: 150,7 milioni di euro nel 2025 

Negli ultimi anni, il mercato della pinsa ha conosciuto una crescita esponenziale grazie alla capacità di intercettare le nuove tendenze di consumo alimentare, ed è previsto abbia ancora forti capacità di espansione. 
Secondo i dati forniti da Circana, nel 2020 le vendite si sono attestate a 17,6 milioni di euro, ma già nel 2021 hanno raggiunto i 37,4 milioni, per poi salire ulteriormente a 56,4 milioni nel 2022. La nostra previsione è quella di un trend in costante accelerazione: secondo le stime, il mercato della pinsa dovrebbe raggiungere i 150 milioni di euro entro la fine del 2025. Questa prospettiva rappresenta un'opportunità estremamente interessante per intercettare un trend di consumo ancora in espansione. 

Una spesa che non sostituisce quella per prodotti analoghi, ma si somma

Proporre la pinsa in punto vendita è un’opportunità strategica, specie in considerazione della dinamiche di acquisto che si sono venute a creare nella fase post-pandemica. Negli ultimi tre anni, e nonostante la ripresa della ristorazione, le persone hanno gradualmente aumentato il numero di pasti consumati a casa, spostando verso la spesa domestica parte del budget destinato al fuori casa. 
Questa tendenza apre nuove possibilità per la grande distribuzione. La spesa per la pinsa, dato il suo carattere innovativo, non ha sostituito quella per prodotti analoghi come la pizza o la piadina, ma ha appunto acquisito parte del budget che nell’era pre-covid era destinato ai pranzi o alle cene fuori casa. Essa rappresenta quindi una grande opportunità non solo per soddisfare una tendenza di consumo, ma per incrementare in modo considerevole il fatturato complessivo
Infine, ma non per importanza, inserire la pinsa Di Marco nel proprio assortimento attira l'attenzione dei consumatori alla ricerca di nuove esperienze gastronomiche, e questo può efficacemente stimolare le vendite.

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