Come integrare la pinsa nel proprio menu: guida completa per ristoranti e pizzerie

Nel mercato ultra-competitivo della ristorazione, e in particolare in quello della pizza, è fondamentale variare il menu per distinguersi dai concorrenti e fidelizzare la propria clientela. L’aggiunta della pinsa al proprio menu appare quindi azzeccata per tenere alta la soddisfazione dei clienti e per attrarre tutta quella fetta di curiosi che vogliono comprendere in prima persona le differenze tra la pizza e la pinsa

Perché aggiungere la Pinsa Romana al menu

Andiamo ora più in dettaglio e, mettendoci nei panni di un ristoratore, cerchiamo di capire perché la pinsa romana debba essere introdotta nel suo menu, indipendentemente dal tipo di locale e di offerta proposta. Non è vero, e lo vogliamo sottolineare fin da subito, che la pinsa funzioni solo nelle pizzerie e nelle pinserie. La sua versatilità permette ai ristoratori di renderla una proposta di successo. Vediamo tre ipotesi:

Antipasto

La pinsa può essere un antipasto di alta qualità, e questo si concilia con qualsiasi proposta, tipologia e livello di locale. La pinsa può essere realizzata artigianalmente partendo dal mix di farine e poi tagliata in piccoli bocconcini, con cui sperimentare una vasta gamma di condimenti.

Piatto principale

La pinsa può essere la protagonista del pasto. L’attrazione si crea soprattutto con innovazione e creatività. Com’è noto, la Pinsa Romana ha caratteristiche di leggerezza, digeribilità e croccantezza, ma per attirare chi non la conosce c’è bisogno di proporre qualcosa di nuovo e, magari, di fuori dagli schemi. Giova sapere che la pinsa può essere personalizzata con infiniti ingredienti, permettendo ai ristoratori di creare combinazioni perfettamente in linea con l’identità del locale e con la cucina proposta. 

Dolce

La pinsa può essere un dolce squisito. Anzi, può essere il dolce che i clienti non hanno mai assaggiato. Gusto e leggerezza sono stimoli importanti, ma anche qui non sottovalutate l’originalità. 

I vantaggi della Pinsa Romana per i ristoratori

Introdurre la pinsa nel menu offre indubbi benefici. In particolare, è un’opportunità per arricchire l’offerta e distinguersi da una concorrenza sempre più agguerrita.
  • Diversificazione 
Da diversi anni, il mercato della pinsa è in forte crescita, ma sarebbe eccessivo paragonarlo a quello della pizza, soprattutto in Italia.

Il limite della pizza, almeno nella maggior parte dei casi, è la sua standardizzazione: in pizzeria, il cliente si aspetta un piatto ben preciso, con certe caratteristiche distintive. La Pinsa Romana è meno conosciuta, e per questo permette di sperimentare: aggiungerla al proprio menu (senza eliminare le pizze tradizionali) è un modo per distinguersi dai concorrenti con una spesa minima, poiché pizza e pinsa condividono ovviamente gli strumenti e buona parte della procedure.
  • Soddisfare tutte le esigenze e le scelte alimentari
Magari il proprio ristorante ha difficoltà a soddisfare chi segue un’alimentazione vegana o vegetariana. Oppure non ha piatti dedicati a chi soffre di intolleranza al glutine. Nel primo caso, la pinsa è la soluzione perfetta per andare incontro a ogni scelta alimentare; nel secondo, la disponibilità di basi specifiche senza glutine (LINK ARTICOLO GLUTINE) rappresenta una soluzione perfetta. 
  • Aumento della soddisfazione del cliente
Il mercato è chiaro: la pinsa piace al consumatore. Introdurla in menu già vincenti non potrà fare altro che potenziarli, agendo positivamente sulla soddisfazione, e quindi sulla fidelizzazione del cliente. 

Come integrare al meglio la Pinsa Romana nel proprio menu

Introdurre la pinsa nella proposta del ristorante richiede pianificazione e una serie di fasi che potremmo definire “esecutive”.
  • Pianificazione
La pianificazione punta a rispondere alla domanda “come integro la pinsa nella mia offerta e nel mio menu?”. Mentre è possibile, e spesso auspicabile, semplicemente aggiungere la pinsa alla propria proposta, il valore si ottiene creando una vera e propria integrazione. Ciò significa pensare a come la pinsa possa amalgamarsi con i piatti già esistenti, creando una sinergia tra gli elementi del menu. 
Si possono considerare diverse modalità, ad esempio usando la pinsa come accompagnamento o come antipasto per stimolare l’appetito dei clienti. Inoltre, la pinsa può fungere da contorno in piatti particolarmente elaborati, aggiungendo un tocco di originalità e rendendo l’esperienza più ricca e completa. Ovviamente, l’integrazione richiede conoscenza delle preferenze dei clienti e delle potenzialità creative della propria cucina. 
  • Formazione del personale
    Se si vuole partire direttamente dalle materie prime (mix di farine), la preparazione della pinsa richiede competenze specifiche, che non si possono improvvisare. Assicuratevi di formare il personale sulla corretta gestione degli ingredienti, sull’impasto, l’idratazione e il processo di lievitazione. La precisione e l’attenzione ai dettagli sono fondamentali per ottenere un risultato ottimale.
  • Farine o basi?
Come anticipato, i ristoratori possono decidere di realizzare la Pinsa Romana in modo totalmente manuale, oppure optare per le basi artigianali precotte e abbattute. Esistono basi anche per chi soffre di intolleranza al glutine.
  • Scelta delle ricette: puntate sull’innovazione
Si arriva finalmente alla parte divertente. Usate la fantasia e leggete articoli, come questo, che offrono spunti creativi e suggerimenti per la preparazione della pinsa.
È sempre utile partire da qualche ricetta esistente per evitare errori grossolani, ma poi il meglio si ottiene con fantasia, creatività e sperimentazione. Provate diverse combinazioni di condimenti e ingredienti per creare ricette uniche e appaganti, con la raccomandazione di allinearle alla proposta del locale: ancora una volta, integrare è meglio di aggiungere



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