In un contesto di mercato sempre più competitivo, differenziare l’offerta non è solo un valore aggiunto: è una necessità. I gusti dei clienti evolvono, le occasioni di consumo si moltiplicano e il successo passa anche dalla capacità di proporre qualcosa che crei fidelizzazione.
Riteniamo che, in questo scenario, la pizza alla pala sia una soluzione molto interessante su cui vale la pena investire. Approfondiamo l’argomento.
Pizza alla pala, l’identikit: cos’è e perché è un’opportunità
La pizza alla pala è una tipologia di pizza di origine romana, cotta direttamente sulla pietra refrattaria del forno e servita al taglio, pensata per garantire una croccantezza esterna evidente e un interno soffice e ben idratato. La sua forma è tipicamente ampia e allungata, progettata per essere gestita con la pala da infornata.
La pizza alla pala romana viene solitamente preparata con un impasto ad alta idratazione (anche oltre il 75%) e con una lunga lievitazione, così da avere una struttura altamente digeribile e un’ottima conservazione anche fuori dal forno.
Perché si chiama pizza alla pala romana
Il nome pizza alla pala romana deriva direttamente dallo strumento utilizzato per la sua realizzazione: la pala, o pala da infornata. Parliamo di uno strumento in legno o alluminio, piatto e allungato, che permette di modellare agevolmente l’impasto facendole prendere la forma caratteristica prima di trasferirlo dalla spianatoia alla superficie refrattaria del forno.
Questa modalità non è solo funzionale, ma incide anche sulla forma del prodotto, tipicamente rettangolare o ovale, e sulle sue caratteristiche finali: una crosta croccante alla base, una mollica soffice e una struttura ben alveolata.
Come fare una pizza alla pala
Realizzare una pizza alla pala a regola d’arte richiede una conoscenza tecnica precisa, a partire dall’impasto. Si utilizza infatti solitamente una farina specifica, adatta a reggere un’elevata idratazione – spesso intorno al 75%-80% – e una lunga lievitazione, che può raggiungere facilmente anche le 48 ore. Questo processo favorisce la formazione di una maglia glutinica resistente, necessaria per garantire un’ottima lavorabilità dell’impasto e per realizzare e una resa finale leggera e digeribile.
Dopo la prima lievitazione, l’impasto viene porzionato quindi steso con delicatezza per assumere la tipica forma allungata senza compromettere l’alveolatura. La cottura avviene direttamente sulla pietra, a temperature elevate, per ottenere il tipico contrasto tra croccantezza esterna e morbidezza interna.
La versatilità come opportunità per i ristoratori
Uno degli aspetti che rende la pizza alla pala particolarmente interessante per il ristoratore è la sua versatilità: può essere un piatto unico per comitive di amici, che possono scegliere più gusti e ritrovarseli tutti nella stessa pizza (da condividere, ovviamente), ma può anche essere proposta in più momenti della giornata — dal pranzo veloce all’aperitivo, fino al consumo serale — ed è facilmente personalizzabile sia nelle farciture che nella modalità di servizio (al banco, al tavolo, in delivery).
Pizza alla pala: come si distingue dalle altre pizze e dalla pinsa
Per comprendere davvero l’essenza della pizza alla pala romana e valorizzarla, è utile metterla in relazione ad altre categorie di pizza e a prodotti da forno simili.
Pizza tonda tradizionale
La classica pizza da pizzeria, rotonda e cotta nel forno a legna o elettrico, ha un impasto meno idratato, deriva spesso da una sola tipologia di farina e una gestione diversa dei tempi di lievitazione. È pensata per il consumo immediato e viene servita intera. A differenza della pizza alla pala, ha il tipico interno sottilissimo e un cornicione più alto.
Pizza alla teglia
Simile per alcuni aspetti alla pala, la pizza in teglia ha una forma rettangolare ma viene cotta in teglia — appunto — spesso con abbondante condimento già in fase di cottura. Ha una base croccante e un impasto più spesso rispetto alla classica pizza tonda. L’impasto viene steso direttamente nella teglia unta, dove lievita ulteriormente prima della cottura, sviluppando un’alveolatura caratteristica.
Pinsa romana
Potrebbe essere confusa con la pizza alla pala, ma in realtà è un prodotto con una sua identità ben precisa: miscela di tre farine diverse (frumento, riso, soia), altissima idratazione (anche oltre l’80%) e lunga maturazione, che la rendono estremamente digeribile e leggera. La forma è ovale e la consistenza interna è molto alveolata, motivo per cui i consumatori ne apprezzano la leggerezza.
Pizza alla pala: un’opportunità per differenziare l’offerta
A differenza delle pizze tradizionali, la pala si presta a un posizionamento più alto, grazie alla sua immagine artigianale, alla lavorazione più tecnica e alla possibilità di personalizzazione. È un prodotto che comunica attenzione, qualità e originalità, e che si inserisce perfettamente in format di ristorazione contemporanei, anche a vocazione gourmet o street.
Dal punto di vista economico, la vendita al taglio consente un controllo più fine sulle porzioni e sui margini, permettendo di ottimizzare l’impiego delle materie prime e ridurre gli sprechi. Senza contare la capacità della pizza in pala di generare un “effetto vetrina”: la presentazione accattivante, soprattutto con topping creativi o stagionali, attira visivamente il cliente e crea opportunità di up-selling e storytelling. In un’epoca in cui l’esperienza visiva (anche social) conta come quella gustativa, la pala è uno strumento efficace per comunicare valore e identità.
L’offerta Di Marco per la pizza alla pala
L’offerta Di Marco si distingue per ampiezza e coerenza. Accanto al suo prodotto simbolo — la pinsa — l’azienda propone soluzioni pensate per supportare anche chi sceglie di inserire la pizza alla pala nel proprio menu, con proposte mirate e versatili.
Per chi desidera affacciarsi a questo formato in modo semplice e senza stravolgere la propria organizzazione di cucina, le basi precotte rappresentano una soluzione pratica e affidabile. Parliamo di basi artigianali che richiedono pochi minuti di cottura al momento e sono di fatto pronte da farcire: ideali per ristoranti, bistrot e locali che vogliono offrire la pala all’interno di un’offerta molto più ampia, senza rinunciare alla qualità.
Di Marco mette a disposizione anche una soluzione per chi vuole lavorare l’impasto da zero, magari in contesti dove la pizza alla pala è protagonista o co-protagonista dell’offerta, come pizzerie, pinserie o format dedicati. La farina La Pala nasce proprio per questo: una miscela tecnica di quattro farine (frumento 0, riso, soia, farro integrale) studiata per ottenere impasti ad alta idratazione, con ottima tenuta in lievitazione, spinta in cottura e leggerezza al morso.
Che si scelga di partire da una base o da una farina, offriamo supporto per tutti i tipi di produzione. E per qualsiasi informazione, contattaci!